Comunicati

Wine Power List - Edizione 2022

10 Apr 2022

L'arte della mediazione di Paolo De Castro ha toccato forse la punta più alta degli ultimi anni nello scorso febbraio, in occasione degli emendamenti sulla relazione nella lotta al cancro della commissione parlamentare Beca. Alla vigilia del voto i maggiori produttori di vino (Italia, Francia e Spagna) fibrillavano per l’esito del voto, ma con i 4 emendamenti De Castro-Dorfmann “siamo riusciti – ha raccontato in seguito l’europarlamentare italiano – a stabilire una differenza netta tra l’abuso e il consumo moderato e responsabile di vino e bevande alcoliche. Con oltre 100 voti di scarto. Siamo riusciti inoltre ad eliminare la richiesta insensata di inserire sulle bottiglie di vino avvertenze sanitarie come sui pacchetti di sigarette”. De Castro dichiara che è stata vinta solo una battaglia perché sulla difesa della moderazione nel consumo di alcol si profilano altri appuntamenti. A partire dai piani dell’Organizzazione mondiale della Sanità – in agenda c’è il voto a maggio – che prevedono anche avvisi in etichetta, fino al Nutriscore, che potrebbe andare all’esame entro il 2022. Il Nutriscore è un sistema di etichettatura nutrizionale a colori, lanciato dai francesi, che mediante una serie di semafori ottici segnala gli eventuali eccessi di zucchero, grassi e sale negli alimenti. Per De Castro, classe 1958, il Nutriscore sarà la madre di tutte le battaglia, dove “avremo almeno una parte dell’opinione pubblica e dei media francesi schierata a favore dei semafori ottici”. Ma l’europarlamentare italiano non si scompone, è ragionevolmente convinto che, grazie al confronto e al gioco delle alleanze a Strasburgo, alla fine prevarrà la ragione. De Castro è stato eletto nelle liste del Pd, ma in realtà è un parlamentare percepito come trasversale da imprenditori, associazioni e consorzi: si prodiga in tutte le vicende dove gli interessi italiani siano messi in discussione, dal Prosek all’Aceto balsamico, solo per citare le ultime. “L’arte della mediazione – ha confidato – è legata al nostro ruolo di europarlamentare. È necessario avere pazienza e sostenere lunghi confronti, insomma è molto diverso che governare o fare il ministro. Per esempio, ci sono buoni ministri in Italia, ma qui a Strasburgo si fa un altro mestiere. Il decisionismo non vale, qui serve trovare interessi comuni, smussare asperità, avvicinare posizioni inizialmente inconciliabili. Insomma un gran lavoro di mediazione e di alleanze”. Icona.