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(ANSA) - ROMA, 07 FEB - Irlanda notifica etichette a Wto. Tajani scrive a Ue

08 Feb 2023

90 giorni per opporsi. Appello a governo per stop alert sanitari


L'Irlanda non cambia rotta e nonostante il parere contrario di 13 altri Paesi membri Ue, tra cui l'Italia, tira dritto notificando all'Organizzazione mondiale del commercio (javascript:void(0);) (Wto) le norme tecniche sull'etichettatura 'salutista' degli alcolici. Il progetto di regolamento sull'etichettatura si applicherebbe a tutti i prodotti alcolici venduti in Irlanda, si ricorda nella notifica, siano essi prodotti localmente o importati. Pertanto - è questo il primo iceberg in rotta di collisione in questa inesorabile navigazione solitaria dell'isola verde - potrebbe costituire una barriera tecnica al commercio. Ed è proprio su questo punto che il Ministro degli Affari esteri Antonio Tajani ha inviato una lettera al Vice presidente della Commissione Ue (javascript:void(0);), Valdis Dombrowskis. Secondo Tajani, le nuove norme irlandesi sulle etichette "rischiano di essere una fonte di distorsione agli scambi internazionali, equivalente a una restrizione quantitativa". Il provvedimento, sottolinea Tajani, oltre ad essere criticabile sotto il profilo del diritto europeo, "potrebbe innescare una reazione a catena che finirebbe con il danneggiare l'insieme dell'Unione".
Ma i tempi si fanno stretti anche per il fronte contrario agli health warning nelle etichette del vino: il periodo per la presentazione delle opposizioni scade tra 90 giorni. E l'Italia non sembra star ferma a guardare: "Proporrò all'Irlanda - annuncia su Twitter il ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida - una mediazione che può aiutarli a rendere più chiara la loro etichetta e soprattutto garantire corretta informazione. Eccessi e abusi vanno combattuti, ma un uso moderato garantisce, come la la scienza afferma, benessere. #sdrammatizziamo #difendiamolaqualità", aggiunge il ministro.
Nel gioco delle alleanze contro l'iniziativa irlandese, che tanto danno di immagine sta già creando al comparto, mettendo poi un'ipoteca sulle potenzialità di esportazione in terra irlandese, guarda oltreoceano l'eurodeputato Paolo De Castro (Pd). "Ora la battaglia - rileva - si sposta a Ginevra dove dovremo trovare alleati a livello internazionale, a partire dagli Stati Uniti. Siamo in contatto - fa sapere De Castro - con la Missione statunitense a Bruxelles, affinché anche Washingthon possa sollevare osservazioni" in sede Wto. "L'Irlanda ha fatto il suo passo, ora - sprona il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio (Lega) - tocca a noi. I Paesi contrari alle etichette allarmistiche devono fare fronte comune e presentare formale opposizione in quella sede entro i tre mesi previsti. A guidare questa coalizione non può che essere l'Italia", sostiene Centinaio.
Per Federvini l'iniziativa irlandese "è basata su un approccio demonizzante delle bevande alcoliche, con indicazioni sanitarie che non distinguono tra consumo moderato e abuso". Da qui l'appello al governo Meloni affinché "crei una coalizione di Paesi contro ogni discriminazione dell'alcol". Secondo Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale della Ceev, il Comitato europeo delle imprese del vino "in questa fase solo la Corte di giustizia dell'Unione europea (javascript:void(0);) sarebbe in grado di difendere" il mercato interno Ue. Mentre Coldiretti stima la conta dei danni: il blitz irlandese sulle etichette allarmistiche va fermato per difendere un prodotto simbolo del nostro Paese che è anche il principale produttore ed esportatore mondiale di vino, con oltre 14 miliardi di fatturato e dà lavoro dal campo alla tavola a 1,3 milioni di persone. "L'export rischia di essere penalizzato" è il grido d'allarme di Confagricoltura Bologna e perdipiù con un "messaggio fuorviante per il consumatore". (ANSA).