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“Raggiungere 50 mld di export per un paese piccolo come l’Italia è un grande risultato. Abbiamo dimostrato una capacità di tenuta importante, ma un quarto del settore agroalimentare è horeca, food service. Il fatto che chiudano ristoranti in Italia e nel mondo è un problema. Settore ha tenuto ma con tante criticità”. Così Paolo De Castro, coordinatore S&D commissione Agricoltura del Parlamento europeo, nel corso del convegno “World Food Forum” a Cibus 2021.
Occorre potenziare il sistema di reti, non abbiamo un problema di qualità dei nostri prodotti, eppure altri Paesi esportano di più. Ci manca la dimensione organizzativa e commerciale come in Germania e Francia. Non dobbiamo diventare aziende da un miliardo di fatturato, aumentando la dimensione aziendale, ma solo aumentare la capacità organizzativa. Pensiamo alle nostre produzioni di eccellenza, frazionate dal punto di vista dell’apparato produttivo, ma che si comportano e si organizzano dal punto di vista commerciale come un’unica grande azienda.
Su questo occorre dunque fare di più, abbiamo difficoltà a metterci insieme. Abbiamo un problema soprattutto di carattere organizzativo” sottolinea. “C’è poi il tema del Green Deal e della transizione ecologica. La strada è tracciata come dimostrano le strategie su biodiversità e Farm to Fork. Il problema però è raggiungere quegli obiettivi senza perdere potenziale produttivo. Bisogna lavorare sulla sostenibilità ma dobbiamo accompagnare le imprese in questo passaggio. Il green deal non può significare l’aumento delle esportazioni di prodotti agroalimentari in Europa, dobbiamo allora mantenere alto il potenziale produttivo in Ue.
La Pac è la seconda voce del bilancio Ue, 357 mld euro. L’Italia grazie al lavoro che è riuscita a fare porterà a casa, col cofinanziamento, circa 50 mld euro. Ci prendiamo però degli impegni con l’Ue, cioè di andare verso una maggiore sostenibilità ambientale” evidenzia De Castro.