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L'industria alimentare oltre il Covid-19

08 Oct 2020

La filiera agroalimentare italiana riveste un peso socio economico di primissimo piano in Italia, arrivando ad incidere per quasi il 10%sul PIL e per il 13% sugli occupati. Il libro affronta ed esamina queste sfide epocali a cui sono chiamate le nostre imprese del food&beverageattraverso un'approfondita analisi realizzata da Nomisma partendo da quello che era il posizionamento competitivo dell'industria alimentare italiana fino allo scoppio della pandemia e, soprattutto, quelle che saranno le le prospettive per il settore nei prossimi anni, anche grazie al supporto di un originale indagine diretta realizzata sulle stesse imprese alimentari italiane.

Come ho sottolineato nella prefazione del Rapporto, il lockdown ha evidenziato l’importanza, in una situazione come questa, di poter contare su un sistema agroalimentare solido e ben sviluppato per continuare a rifornire i punti vendita durante la pandemia. Allo stesso tempo, bisogna tenere presente che il settore deve colmare delle lacune per diventare più competitivo, e che oggi, grazie al Recovery Fund, abbiamo l’occasione di farlo, se sapremo sfruttare al meglio le risorse fornite dall’Europa. Da questo punto di vista, i fondi andrebbero usati per realizzare investimenti nel digitale, nelle infrastrutture materiali, nella cura e nella manutenzione del territorio sviluppando, ad esempio, la rete degli invasi per la raccolta dell’acqua piovana.

Per aumentare la competitività dell’industria alimentare, inoltre, bisogna capire che non è più l’epoca del “piccolo è bello” o meglio, se l’azienda non è di grandi dimensioni, deve almeno essere organizzata per godere di maggiore competitività: in Italia ci sono tante eccellenze fatte di piccole aziende che, organizzandosi in cooperative, reti e Consorzi di imprese, riescono a fare massa critica”.

Nel frattempo, è fondamentale prestare attenzione alle decisioni prese in Europa, con particolare riferimento alla Brexit. Nuova Pac, Green Deal, politica commerciale internazionale, sono solo alcuni dei grandi dossier in discussione a Bruxelles, dai cui esiti possono dipendere le sorti, o quantomeno lo sviluppo, di molte imprese agroalimentari italiane. A questi va aggiunta la Brexit, i cui ultimi sviluppi in seno al negoziato non sono molto rassicuranti e destano preoccupazione, considerando che si tratta del quarto mercato di export per il nostro food&beverage e che anche nei primi sei mesi di quest’anno siamo cresciuti di oltre il 4% a fronte di un aumento medio dell’intero export alimentare inferiore al 3%”.