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L'ingresso degli eurodeputati del Movimento Cinque Stelle nel gruppo dei Socialisti e Democratici sarebbe uno sviluppo "positivo", ma "tempo al tempo", perché le cose vanno fatte "con gradualità". Non troppo però: visto che a fine 2021, con la metà legislatura, al Parlamento europeo "cambia tutto", a partire dal presidente, e che i giochi "si fanno prima", un'operazione simile ha senso solo se fatta "entro l'estate". E l'uscita dal Movimento dei "barricaderos" e l'avvento alla guida di Giuseppe Conte favorisce le 'nozze' politiche del Movimento con il secondo gruppo dell'Emiciclo. A dirlo all'Adnkronos è Paolo De Castro, eurodeputato del Pd di lungo corso (è a Bruxelles dal 2009), membro di tre commissioni, a partire dalla Agri.
Per un eventuale ingresso dei dieci eurodeputati M5S, "come Brando Benifei, anche io dico 'vedremo'. Certo - aggiunge - in commissione Agricoltura io ho a che fare con Dino Giarrusso e mi trovo benissimo: credo che non ci sia stato un voto diverso", tra Pd e M5S, "da quando Giarrusso è in commissione Agri". Insomma, "la mia esperienza personale è estremamente positiva: è un'evoluzione però che ha i suoi tempi. Deve fare i suoi passaggi, perché all'interno della nostra delegazione ci sono colleghi che sono molto più critici, che hanno avuto esperienze sui territori molto diverse. Io non mi sono confrontato, come hanno fatto alcuni colleghi, a livello locale, dove il confronto è stato molto più duro".